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Vincenzo Di Giosaffatte è "nuovo castellano", nel duplice senso di
possessore di novità nella cultura ceramica di castelli ed al contempo
di autorità direttiva della scuola ceramica, che - appunto come un moderno castello feudale - domina dall'alto il paese.
Preside dal 1979 dell'istituto d'arte "ha saputo - come scrive Finizio in
una scheda dedicata all'artista in "artetempo", - intrecciare la conduzione didattica con una intensa e personale ricerca creativa".
Di Giosaffatte è un poeta, un pascoliano che si è assunto l'onere della direzione di un istituto, nella migliore tradizione dell'arte; egli invece è - nel fondo - un bambino che con i suoi pezzi ceramici colorati di tinte pastello (celestini, giallini, verdini ...) vorrebbe aggrapparsi ad un palloncino ed andare oltre il monte Camicia che sovrasta castelli: “rincorrendo una nuvola” è il titolo indicativo di una sua tipica opera (del 1984) che si trova nella sezione d'arte moderna del museo nazionale d'abruzzo.
Nelle sue piccole plastiche, spesso composte anche in opere a scala urbana, compaiono sintetici profili di bambini che guardano verso l'alto, "verso la luce", come titola un suo pezzo del 1987.                                                                                                 D
i Giosaffatte in Castelli interpeta oggi bene lo spazio di attesa e curiosità propria del valico, spazio metaforico e concreto che lo ricollega alla tematica dello straniero e dell'accoglienza castellana, tipico dell'intera cultura ceramica
locale, antico luogo di costruzione costrizione artistico-industriale:  “costrizione” è infatti il titolo di un'opera dell'artista del 1994.

Eduardo Alamaro: "Vincenzo Di Giosaffatte” 3° Catalogo Raccolta Internazionale, Castelli (Te), 1995

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